L’intuito di un gran pescatore

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Molti pescatori diventano bravi riuscendo a mettere in pratica tutto quel sapere ormai ampiamente diffuso attraverso molteplici fonti informative (riviste specializzate, social, i consigli degli amici, etc…). Altri pescatori diventano bravi attraverso lunghi percorsi faticosi fatti di tante ore passate in mare a raccogliere continui errori ed insuccessi vari. Ma solo una parte di questi pescatori posseggono una dote rara, l’intuito. Questa storia che vi voglio raccontare parla proprio di questa capacità che consente al pescatore che la possiede di “vedere” ciò che gli altri non riescono a vedere e forse neanche ad immaginare. La storia risale a ben oltre 10 anni fa. Una mattina di settembre ero in pesca sul mio fido gommone in traina col vivo . Sulla sua Boston c’era Mauretto, in solitaria, come me. Si si avete capito bene…. Mauretto. So che sembra strano, eppure Mauretto all’epoca a pesca ci andava ancora.

Scherzi a parte, era una mattina come tante, ma quella mattina né io né lui, immaginavamo minimamente ciò che sarebbe accaduto. In quegli anni avevamo già preso tanti dentici col vivo, oltre ai famelici serra, ma eravamo alla disperata ricerca di predatori più importanti. Ma fino a quel giorno avevamo collezionato solo qualche attacco incerto e poco chiaro di questi fantomatici pesci. La giornata di pesca procedeva senza alcuna emozione quando verso le 12,00 mi telefonò e mi disse: “Pescatò, sono quasi sicuro di aver avuto un attacco di una leccia”. Ed io gli risposi con tono perplesso: “ma dai… davvero?

Ma dove sei?” e lui mi indicò una zona dimenticata da Dio dove nessun pescatore avrebbe mai pensato di poter trovare un pesce. Confesso di aver pensato ad un attacco di un pesce sporadico abbondantemente esagerato per suggestione, e lo liquidai subito senza dargli minimamente retta. Dopo circa una mezz’ora mi ritelefonò dicendomi che aveva a bordo una leccia. Ancora Incredulo, recuperai le canne e mi diressi in quella zona e…si aprirono le danze. Cominciammo a pescare le leccie in modo continuativo avendole ormai localizzate. La zona rimase segreta per poco tempo per i motivi che potete benissimo immaginare. Cominciammo a portare con noi vari amici fino a che la zona divenne di dominio pubblico prendendo addirittura il nome di “Lecciodromo”. 

Mauretto fu quindi il primo pescatore a Ladispoli a localizzare le leccie amia segnando inconsapevolmente un’Era. Tutto ciò grazie alla voglia di sperimentare a al “fiuto” che solo pochi pescatori possiedono.       

Valerio